La Tari è una delle tasse sicuramente più invise e meno apprezzate dalla popolazione, poiché risulta talvolta piuttosto arbitraria e di difficile lettura. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e di capire come funziona.
Cos’è la Tari?
La Tari è stata istituita nel 2014 e rappresenta la tassa dovuta a livello comunale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Va pagata da chiunque possegga abitazioni, immobili, locali o aree scoperte ritenuti suscettibili di produrre rifiuti.
Si tratta di un’imposta in parte fissa ed in parte variabile, sono quindi diversi i fattori da tenere in considerazione per conoscere l’importo dovuto.
Come si calcola?
La Tari va calcolata partendo dalla quantità di rifiuti che viene prodotta in via presuntiva; tale quantità è stabilita dai singoli comuni e tiene conto di una quota fissa e di una quota variabile:
– la quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’immobile (e relative pertinenze) per il numero dei residenti. Nel caso in cui il proprietario non risulti residente, il numero degli occupanti viene stabilito in via presuntiva con una apposita tabella, che vedremo in seguito.
– la quota variabile è diversa per ogni singolo comune e viene decisa tramite delibera tenendo conto, ad esempio, della quantità di rifiuto residuo conferito o di un eventuale quantitativo minimo.
Il numero dei contribuenti non residenti si calcola tenendo conto dei metri quadrati, considerando in via presuntiva
1 occupante fino a 45mq;
2 occupanti fino a 60mq;
3 occupanti fino a 75mq;
4 occupanti oltre i 76mq.
Quando va pagata?
Trattandosi di una tassa comunale,è impossibile riferire una data unica di scadenza per il pagamento dell’imposta, visto che può variare, anche di molto, per ogni singolo comune.
In massima parte, però, la Tari viene ripartita in tre tranches, con il primo acconto da pagare entro fine Aprile, il secondo da pagare entro fine Luglio e quello finale da pagare entro la fine dell’anno.
In ogni caso, sono i comuni stessi a inviare i bollettini per il pagamento, a informare sulle scadenze e a calcolare il dovuto. Ma cosa fare in caso di calcolo sbagliato?
Rimborso Tari
Secondo le indicazioni appositamente fornite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), un contribuente che ritiene di aver riscontrato un calcolo errato della quota variabile della Tari da parte del Comune può richiedere il rimborso dell’importo relativo.
La procedura di richiesta di rimborso non prevede particolari formalità; è infatti sufficiente inserire i dati necessari a identificare con precisione la richiesta, ovvero sia:
– i dati personali del contribuente;
– l’importo versato;
– l’importo per il quale si richiede il rimborso;
– i dati della pertinenza per la quale si ritiene sussista un computo errato.